Intrisa di fascino e bellezze artistiche e architettoniche, Palermo nasconde uno splendore tutto da scoprire, frutto della sua storia millenaria e dell’eredità lasciata dai diversi popoli che nei secoli l’hanno dominata (Greci, Fenici, Romani, Arabi, Normanni, Bizantini, Spagnoli), cui deve una combinazione di stili, umori e atmosfere che fatica a trovare eguali nel mondo. Una città che non si svela facilmente all’occhio dei visitatori, ma ha bisogno di tempo e dedizione per poter essere apprezzata quanto merita.
La vera anima di Palermo: luoghi e segreti che non tutti conoscono
Multiculturale e cosmopolita ma fortemente agganciata alle sue tradizioni, Palermo è una città piena di contrasti che deve la sua fama non soltanto all’inestimabile patrimonio culturale ma anche all’invidiabile posizione geografica, alla prelibata cucina e al calore e all’umanità della sua gente.
Fra aneddoti, storia e leggenda, ecco 8 curiosità su Palermo che vi aiuteranno a comprendere la sua essenza più vera.
Palermo, Sicilia, Italia
- La fontana della Vergogna
Complesso architettonico nella piazza di fronte al Comune, la Fontana Pretoria fu acquistata dal Senato palermitano nel 1581. Il suo nome si deve alla nudità delle 48 statue che la decorano, elemento che suscitò la riprovazione di molti benpensanti dell’epoca, tanto da dare origine a pettegolezzi e maldicenze. Secondo alcuni, le statue rappresentano i personaggi palermitani più discutibili del XVII e XIX secolo, mentre altri le associano agli appetiti sessuali della Regina Giovanna D’Angiò.
- Il Fiume scomparso
Città fortificata, Palermo era un tempo racchiusa fra due fiumi: il Papreto e il Kemonia (o Cannizzaro) il quale, soprannominato “fiume del maltempo” a causa delle sue frequenti piene, vide sorgere sulle sue sponde il primo nucleo cittadino corrispondente all’attuale centro urbano. Oggi in via Porta di Castro è presente una targa a testimonianza del corso d’acqua scomparso che un tempo circondava l’abitato.
- Cappella Cagliostro
Avventuriero ed eccentrico, il conte Cagliostro è una figura circondata da un alone di fascino e mistero che animò la vita cittadina nel ‘700. Dall’esistenza girovaga e movimentata, era dedito alla truffa e a strane alchimie, tanto che fu condannato per eresia dalla Chiesa. Palermo ha voluto dedicargli un vicolo al mercato di Ballarò: al suo interno c’è una cappella a suo nome e una statua che lo raffigura, simpaticamente personalizzata da un naso rosso da clown.
- La Bella Addormentata
Considerata la mummia meglio conservata al mondo grazie alla speciale tecnica dell’imbalsamatore palermitano Alfredo Salafia, quella di Rosalia Lombardo, bambina morta a 2 anni, è fra le 8000 mummie che affollano le Catacombe dei Cappuccini. Chiamata “Bella Addormentata” per il suo aspetto serafico, pare che di tanto in tanto apra gli occhi: un fenomeno che gli scienziati attribuiscono all’umidità e alla luce del luogo, ma che ad alcuni fa puntualmente gridare al miracolo.
Palermo, Sicilia, Italia
- Il Genio di Palermo
Protagonista indiscusso nella cultura popolare della città, qui il Genio è considerato un essere sovrannaturale, capace di proteggere i suoi cittadini da ogni avversità non meno di Santa Rosalia. Una figura dal valore simbolico rappresentato come un uomo anziano con la barba divisa in due, presente in numerose rappresentazioni scultoree distribuite in diversi luoghi della città. Da Villa Giulia a Palazzo Pretorio, da Piazza della Rivoluzione alla Vucciria.
- La Buca della Salvezza
Nello storico quartiere della Kalsa, sul lato esterno della Chiesa degli Angeli, si può notare la sagoma di un foro, che un tempo fu meta di pellegrinaggi. Il buco, originariamente presente e in seguito riempito, fu scavato durante la rivoluzione antiborbonica, all’interno della cripta della chiesa dove si erano nascosti due patrioti in fuga dalla cattura. Un espediente che servì per segnalare la loro presenza alle donne che passavano all’esterno, le quali poterono così aiutarli ad uscire dalla cripta e a mettersi in salvo.
- La Cuccia di Santa Lucia
Dolce tipico del menù della festa di Santa Lucia, la Cuccia è una ricetta di grano e ricotta di pecora, sostituibile con crema di latte bianca o al cioccolato. Le sue origini risalgono al 13 dicembre 1646 quando, dopo una lunga carestia, nel porto di Palermo arrivò un carico di frumento: il popolo era così affamato da bollirlo e mangiarlo senza averlo macinato.
- Puppacena
Altra curiosità su Palermo legata al cibo ha a che fare con l’origine del dolce tipico dei Puppi di zuccaru o Pupi di Cena (da cui Puppacena), vale a dire statuette di zucchero con le sembianze di soldati, ballerine, cavalieri e contadinelle (più recentemente soppiantati dai personaggi dei cartoni animati). Consumati in occasione della festa dei morti, pare siano frutto dell’inventiva di un nobile arabo decaduto desideroso di offrire un banchetto all’altezza dello status sociale che fu.
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